Questa parola può assumere diversi significati a causa della frequente presenza nella lingua giapponese di omofonie.
Il significato meno noto o frequente nell’uso moderno, è quello degli ideogrammi che abbiamo scelto per il dojo: 気海, “oceano del ki”. Questo termine si accompagna solitamente con la parola tanden, in “kikai tanden” una delle tante espressioni usate per indicare il seika no itten, il punto centrale nell’addome inferiore, dove secondo la cultura orientale, soprattutto quella giapponese, si concentra l’energia vitale dell’uomo. Altre espressioni che indicano quel punto sono seika tanden, hara, etc. Questo “oceano del ki” fa proprio riferimento all’ inesauribile accumularsi di energia vitale.
Un altro significato che è importante deriva dai seguenti kanji: 機会, la lettura kikai scritta in questo modo vuol dire opportunità, chance. Il suo significato è che il dojo è un’opportunità per migliorare noi stessi, non un’occasione che ci viene concessa ma che ci concediamo.
Adottando invece questi ideogrammi: 機械, il termine kikai assume il significato di meccanismo, strumento. Come ad indicare che il nostro corpo, attraverso la sensazione, il movimento, la tecnica, è il meccanismo, lo strumento della nostra indagine interiore.