Gli ultimi due giorni del seminario del maestro Endo sono stati così ricchi di emozioni che è stato difficile fermarsi per scrivere qualcosa. Il 4 maggio era previsto l’embukai, un’ora di lezione e poi il party. L’embukai era organizzato con una dimostrazione prima dei bambini del corso di Saku guidati dal maestro Ariga, poi i kyūsha, gli yudanshā, etc…Dopo un altro paio di dimostrazioni ci sono state quelle degli insegnanti stranieri, a cui ho partecipato con Roberto che mi faceva da uke, ho cercato di lavorare in modo pulito e semplice. Purtroppo la mia parte si è svolta in contemporanea con la dimostrazione di Matti e Borje, due allievi che seguono Endo da moltissimo tempo e a cui ero molto interessato. Infine l’enbu del maestro Endo, un po’ atipico rispetto alla solita esecuzione di tecniche a cui si può essere abituati in una dimostrazione. Endosensei ha cercato di illustrare il suo Aikidō, la sua condizione fisica e mentale nella pratica alternando spiegazioni e tecniche sugli uke, una sintesi di molte cose ribadite durante le lezioni del seminario, ma forse più organizzate in un discorso unico, che riascoltando ho capito meglio. E poi siamo tornati al dojo per il party, facendo l’ultimo giro in bici, guardando con calma le montagne circostanti, qualcuna ancora spruzzata di neve, i giardini curati di alcune case, i terreni scuri appena arati, assaporando l’aria di questa cittadina remota che forse sarebbe una meta del tutto sconosciuta a noi occidentali se non fosse per la presenza del maestro Endo e del maestro Ariga e di quello che hanno costruito. Il party è stato molto animato e dopo il mangiare c’è stata una seconda parte dove si sono alternate canzoni popolari e le esibizioni di Matti e Jorg, la prima un’esecuzione al piano in chiave jazz di un pezzo dei Genesis è stata stupefacente. Anche il maestro Endo ha chiuso cantando una canzone tradizionale giapponese, e infine siamo andati ancora a stare insieme ridendo e scherzando davanti ad un bicchiere. L’ultimo giorno del seminario abbiamo cominciato prima, alle 10, per un’intensa lezione di tre ore, interrotta da una breve pausa di 10 minuti. Il maestro ha proposto una serie di esercizi da hanmihandachi che richiedevano di portare uke prima a terra e poi di mantenerlo costantemente sbilanciato per impedirgli di tornare in piedi, un lavoro interessantissimo che abbiamo esplorato anche cambiando uke più volte, costretti quindi ad adattarsi allle risposte diverse di ognuno. Poi ancora in hanhandachi abbiamo eseguito shihōnage, ed un’osservazione del maestro sulla presa della mano di uke mi ha risolto una questione che mi ero sempre posto. Il che mi porta ancora ad osservare perché ci siano delle cose che una volte spiegate risultano così ovvie ma a cui non riusciamo a dare un senso da soli, bah! Abbiamo continuato lavorando in suwariwaza su Shomenuchi le tecniche fondamentali da ikkyō a yonkyō. Ed ancora il maestro è tornato a sottolineare che quando si lavora in katageiko, nella sicurezza dei movimenti che seguono una determinata sequenza, e di un uke che reagisce esattamente come vogliamo, abbiamo il dovere di rivolgere la nostra attenzione al nostro interno, cercando morbidezza, flessibilità e libertà. Poi abbiamo concluso con un jiyuwaza da Shomenuchi, dove ho avuto la fortuna di lavorare con il maestro Ariga e di confrontarmi con la sua energia infinita, posso solo dire che ho imparato moltissimo. La lezione si è conclusa con un bellissimo discorso del maestro, pieno di gratitudine per chi ha organizzato e reso possibile un seminario così bello, un discorso anche profondamente filosofico sull’utopia che si realizza di momento in momento quando gli esseri umani si ritrovano insieme in fratellanza ed armonia. Il suo invito a tornare a casa ed ad impegnarci per realizzare un’utopia simile a nostra volta è stato molto toccante, e per me che ho avuto la fortuna di lavorare ancora una volta in questa lezione con i suoi allievi diretti la valenza di un invito quasi personale. Infine siamo scappati un’ultima volta alle onsen, oltre che per ristorarsi per poter affrontare il viaggio a Tokyo da persone civili. Lunedì sarà ancora giornata di festa, perché qui le feste nazionali che cadono nei festivi scalano al giorno dopo, e potremo dedicarci a visitare un po’ di Tokyo. È davvero difficile esprimere la gratitudine che ho provato e provo per il maestro Endo e il maestro Ariga in questo momento, l’unica cosa che posso fare è invitarvi a non perdere tempo e ad organizzarvi per poter condividere anche voi quest’esperienza che vi toccherà profondamente.